Società Italiana Carminati e Toselli

Produzione della Società Italiana Carminati e Toselli per lo scartamento ridotto
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Bremen
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Società Italiana Carminati e Toselli

Messaggio da Bremen » 01/05/2010, 12:25

"Alla fine del secolo scorso, in piena rivoluzione industriale, in Italia e soprattutto al nord, nascono le prime grandi industrie metalmeccaniche. In un momento di grandi trasformazioni, la città di Milano appare come uno tra i più fertili cantiere di nuove attività presenti sul territorio nazionale.

Il 26 gennaio 1899, nell'area intorno a via Messina (in corrispondenza del numero civico 9) viene fondata un'azienda, la Ditta Carminati, Toselli & C., che si dedica alla "costruzione, riparazione, vendita di materiale mobile e fisso per ferrovie, tramvie e affini".

La zona in cui la ditta pone la propria sede è ancora scarsamente edificata ed offre comode possibilità di espansione. Il settore della riparazione di carrozze tramviarie attraversa un periodo assai florido e, in breve tempo, le opportunità di mercato si moltiplicano; oltre alla semplice manutenzione, la ditta comincia a dedicarsi anche alla produzione di materiale rotabile per alcune tra le tante società ferroviarie presenti all'inizio del secolo in tutta Italia.

Un'attenzione sempre maggiore viene dedicata allo studio di nuove carrozze tramviarie, in quanto le tramvie, con la trasformazione del metodo di trazione da animale a vapore od elettrico, si avviano a diventare settore trainante dello sviluppo economico.

All'inizio del 1907 la Ditta Carminati, Toselli & C. viene sciolta e, con il contributo di nuovi soci, viene costituita la "Società Italiana Carminati Toselli" per la costruzione di materiale da trasporto.
La società non solo cambia nome, ma si espande ulteriormente acquistando nuovi terreni non edificati; nel giro di pochi anni la nuova sede occupa l'intero isolato compreso tra le vie Messina, Procaccini, Nono e Piazza Coriolano.
Nel frattempo la produzione non ha momenti di sosta e, tra il 1907 ed il 1920, gli stessi anni in cui si sta ultimando la costruzione degli edifici sulla nuova area, compaiono i primi brevetti.

Solo con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale la produzione della Carminati Toselli subisce dei rallentamenti. A causa della limitazione degli orari di circolazione, il servizio pubblico tranviario si trova, infatti, costretto a sopprimere intere linee e a ridurre complessivamente anche il numero delle vetture in servizio.

Oltre al danno economico la guerra, con i bombardamenti, arreca alla Carminati Toselli anche numerosi danni materiali. Una bomba, ad esempio, si abbatte rovinosamente sul passaggio coperto del capannone Calderai (la Cattedrale).

Alla fine della guerra il Comune assume direttamente la gestione del servizio tramviario urbano; uno dei primi passi compiuti dalla nuova gestione è quello di ordinare una serie di vetture sperimentali a diverse ditte del settore. Tra queste c'è anche la Carminati Toselli. Alla fine del 1919 la Società Italiana Carminati Toselli ha alle sue dipendenze 1350 operai.

In questo periodo, dopo il calo dovuto agli avvenimenti bellici, la Carminati Toselli, grazie a una costante crescita delle richieste di vetture tramviarie, vede aumentare notevolmente la propria produzione. Alla fine del 1926 la rete tramviaria milanese ha uno sviluppo di 151 Km: ogni giorno circolano 700 vetture, per un totale di 327 milioni di passeggeri.

Se si pensa che, nel 1886, Milano contava 99 Km e 125 vetture in servizio, ci si rende conto come, nell'arco di quarant'anni, si sia verificata una notevole espansione dell'intera rete di trasporti tramviari.

L'apice della produzione della Carminati Toselli dura circa un decennio. Con la presa di potere da parte del regime fascista, infatti, per la Società inizia un periodo di stallo che, nel giro di breve tempo, porta ad una crisi vera e propria.
Nel 1935 la Società Italiana Carminati Toselli viene sciolta."
http://www.fabbricadelvapore.org/it/storia/

Il nome del sito non è un errore dato che quel che rimane della CeT è stato chiamato "la fabbrica del vapore".... il perchè della scelta di un nome totalmente slegato dalla realtà produttiva della CeT mi è totalmente ignoto.
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Re: Società Italiana Carminati e Toselli

Messaggio da Bremen » 01/05/2010, 12:50

Situazione al 2006/2007
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Palazzina liberty - nella foto da sopra è quella che si trova nell'angolo in alto a sinistra
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Il fabbricato su via Messina. - I binari sono quelli dell'ATM in direzione del deposito Messina.
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Lato interno.
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Quella che sul sito viene definita "cattedrale" ma che in effetti era il capannone dell'assemblaggio rotabili data la presenza di un gru a ponte. - nella foto da sopra è il capannone senza più il tetto.
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Questa dev'esser stata scattata durante i primi lavori e si nota quel che sembra un binario in basso a sinistra.
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Chissà a fianco di quale arco si affacendavano le maestranze che portavano i pezzi per costruire una certa BCFe 4/4 17. : Chessygrin :
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In questo punto erano presenti altri 3-4 capannoni che come si può vedere non esistono più.
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Le foto sono tratte da questo sito http://www.fabbricadelvapore.org/it/arc ... /home.html
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Re: Società Italiana Carminati e Toselli

Messaggio da Bremen » 01/05/2010, 13:09

Il primo edificio è una palazzina che fu eretta nel 1899 ad uso uffici al piano terra ed abitazione a quelli superiori.

Angolo via Messina.
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Fregio sopra il portone
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Sugli angoli.
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Di sicuro non producevano carriarmati : Razz :
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Fonte delle foto
http://www.02blog.it/post/4129/curiosit ... del-vapore
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Re: Società Italiana Carminati e Toselli

Messaggio da cicocri » 14/05/2010, 19:40

Bhè almeno qualche cosa è stato mantenuto.....
Non trovare difetti... trova rimedi e provvedi se puoi....

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Re: Società Italiana Carminati e Toselli

Messaggio da Bremen » 04/03/2011, 15:44

http://www.forum-duegieditrice.com/view ... &start=199
Pur avendo quel tutto tema non ricordavo che avessero scritto quella sequela di boiate.
Non pretendo che uno sia un fissato della produzione CeT, come il sottoscritto, ma controllare un tantino quel che si scrive non sarebbe male.

Solo in questa frase sono racchiusi una marea di errori.
"Fra il 1924 ed il 1940 dai cancelli della C&T uscirono 23 elettromotrici delle quali 9 destinati alla linea FAA di Fermo e Lanciano, 5 alla Spoleto Norcia, 3 alla Ora Predazzo, 2 alla Pescara Penne, e , Più tardi , 4 alla Rimini S.Marino; analogo disegno per le 6 elettromotrici della Domodossola Locarno a 1500V, mentre il materiale della Calalzo Dubbiaco, esteticamente simile alle precedenti, era di produzione Stanga.”"

Vado in ordine come è stata scritta.
- FAA di Fermo e Lanciano. Sulla Fermo - Amandola c'erano delle CeT ed è una cosa certa. Sulla Sangritana circolavano elettromotrici prodotte dal TIBB, probabilmente in collaborazione con la CeT ma non è un dato certo, anche se la struttura della cassa è la solita.
- 1924 -> Le Domo del 1923 non contano.
- 1940 -> la CeT venne chiusa nel 1935... cos'avrebbe prodotto tra il 1935 e il 1940?
- 2 alla Pescara Penne? le altre 3 erano fatte di cartone...
- mi piace quel "analogo disegno delle Domo" come se fossero arrivate 60 anni dopo le altre. Sono le capostipi e come tali vanno messe per prime. : King :
- 6..... O REALY? Quindi la 17 e la 18 sono CeT di contrabbando... : Lol :

- Le stanga erano simili alle CeT? Ma che lollone.
Com'è che non esiste una sola CeT con il reostato sull'imperiale e le Stanga lo hanno tutte quante sull'imperiale?
Nessuna CeT ha il muso più estruso nella zona della porta rispetto alle Stanga.
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Re: Società Italiana Carminati e Toselli

Messaggio da ABFe 6/6 » 27/08/2011, 18:31

LA' DOVE C'ERA... ORA C'E'...
Fabbrica del Vapore, l'arte
ha trovato la sua cattedrale
Il magnifico capannone industriale in via Procaccini dai tram a Kapoor: il Comune
lo ha trasformato in una cittadella della creatività, ma il recupero non è concluso
di LAURA FUGNOLI

La Milano di fine Ottocento non poteva essere da meno delle moderne città europee. E in piazza Duomo e via Dante quelle carrozze trainate dai cavalli rischiavano di dare un’idea di arretratezza, tra escrementi odorosi e biada sparsa sul selciato. I tram a trazione ippica andavano sostituiti, e in fretta, per stare al passo dei tempi: a Berlino c’erano già i tram elettrici e noi dipendevamo ancora dalla forza equina. A dare una mossa a quel sistema elegante ma arcaico di traino ci pensò la Carminati e Toselli, azienda già esperta nella costruzione di rotaie per le ferrovie della nascente Italia industriale. Così nell’inverno del 1899 intorno a via Messina, in corrispondenza dell’attuale civico 9, nacque la Fabbrica del vapore.

A chiamarla così non furono né il signor Attilio Carminati, né il signor Carlo Toselli, ma probabilmente quei 1,350 operai che in quel grande spazio racchiuso da una bella facciata liberty cominciarono a lavorare alacremente alla costruzione delle più innovative motrici meccaniche a vapore o ad elettricità. E Fabbrica del Vapore si chiama oggi ufficialmente, quello spazio, dove stantuffi e motrici non ci sono più, sostituiti da laboratori di cultura, teatri e gallerie d’arte uniti in una sorta di cittadella dell’arte.

La ditta Carminati e Toselli aveva davvero fatto boom in quel primo decennio del XX° secolo e si era allargata pian piano fino a coprire un intero isolato tra via Messina, Procaccini, Nono e piazza Coriolano. Nel 1926 a Milano ci sono 700 tram che viaggiano su 151 km di tramvia. Ma poi il fascismo sconquassa i piani, i fondatori riparano in Svizzera per sfuggire ai nazisti, la Carminati & C entra in crisi e nel 1935 chiude i battenti, con buona pace di quegli operai che si ritrovano a bussare per un posto di lavoro tra la Breda, la Falck, la Magneti Marelli e gli altri stabilimenti di periferia. Già perché la fabbrica del vapore era lì, a metà strada tra centro e banlieu, in un’area che ancor oggi costituisce uno spartiacque: di qua il parco Sempione, la zona delle ville e del Castello, di là, oltre il ponte della Ghisolfa, la periferia.

Quasi un posto insolito per una fabbrica, anche in quei tempi, tanto che in seguito gli spazi sono finiti, tra contratti d’affitto e di vendita, ai settori più disparati. Chi ci ha costruito una tipografia, chi un capannone, chi un laboratorio tessile; un decennio di avvicendamenti, dove ognuno ha effettuato disordinati interventi sugli edifici, modificando gli aspetti originari senza riguardo. La seconda guerra mondiale ha fatto ordine a suon di bombe, una sorta di demolizione non programmata che ha lasciato ben poco del passato. Sgombrata di ogni macchinario industriale, e di quasi tutti i ricordi, l’area divenne un piazzale per manovre utilizzato da una ditta di autotrasporti.

Ci sono voluti quasi cinquant'anni perché qualcuno si ricordasse della fabbrica del vapore e la facesse rivivere, se non industrialmente, almeno culturalmente. Ma anche il progetto mirato alla creazione di spazi per l’arte ha avuto fasi buie, di abbandono temporaneo. Un colpo di reni, e di finanziamenti, ha fatto sì che dal 2002 lo spazio venisse finalmente messo a disposizione dal Comune a enti e associazioni in un mix cofinanziato pubblicoprivato che oggi prende forme più nitide. 16 enti, tra cui lo Studio Azzurro che organizza workshop per studenti nell’ambito della sperimentazione cinematografica, il Docva (Documentation Center for Visual Art), centro di documentazione delle arti visive, l’Accademia del gioco dimenticato, ovvero una sorta di museo del gioco di strada. E poi ancora il Laboratorio Dagad, che si pone come un’emeroteca di design e la società cooperativa Macchinazioni Teatrali, che promuove spettacoli e concerti. Per chi vuole suonare con la propria band dilettante in uno studio da professionisti, c’è il Ram Studio, che sul lato di via Nono ha allestito spazi e strumenti, con tariffe agevolate per gli under 30.

Inaugurata da pochi mesi campeggia la maestosa cattedrale, quella che ora sta ospitando Dirty Corner, installazione di Anish Kapoor. Lo spazio della cattedrale è ricavato dall’elaborazione, in chiave moderna, dello scheletro industriale della vecchia fabbrica, occupa 3000 metri quadrati di superficie, con una navata centrale di 900 metri quadrati destinata a spettacoli. Ma gli step della fabbrica non sono finiti, mancano ancora gli edifici a nord della cattedrale, da ultimarsi nei prossimi mesi. Dopo lo sfratto del 2007 anche il Teatro Ciak ha trovato spazio nella fabbrica del vapore: un tendone nel piazzale con ingresso da via Procaccini ha sostituito il teatro in via Sangallo: una sistemazione in teoria provvisoria, ma tuttora attiva. E le preghiere musulmane di fine ramadan ospitate in attesa di una moschea ufficiale a Milano, fanno della fabbrica del vapore anche un simbolo di melting pot culturalreligioso.

Sulla via Procaccini, i tram, oltre che lungo la via, corrono ancora sui fregi scelti, ai tempi, per ornare capitelli e stucchi esterni all’edificio: sono riemersi con la ristrutturazione di ciò che rimaneva della vecchia Carminati e Toselli. Cornicioni decorati con balestre e meccanismi di tram: già allora la fabbrica del vapore produceva anche piccoli esempi d’arte raffinata.
(26 agosto 2011)
http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... ref=search

Semi-OT: "Nel 1926 a Milano ci sono 700 tram che viaggiano su 151 km di tramvia. Ma poi il fascismo sconquassa i piani, i fondatori riparano in Svizzera per sfuggire ai nazisti, la Carminati & C entra in crisi e nel 1935 chiude i battenti" Mah?
«Anche questo era perduto: la corsa tranquilla di un trenino azzurro che si ferma alla povertà delle stazioni di legno dipinto, al piazzale vuoto dove scende la donna con la sporta delle spese» (P. Martini, Requiem per zia Domenica)

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Re: Società Italiana Carminati e Toselli

Messaggio da alpsrailworks » 27/08/2011, 19:36

Divertente, cos'è un inserto umoristico che fà parte del stesso "reparto" dei "viaggi di repubblica" dove il giornalista riuscì a vedere i ghiacciai lungo la Domo? FACE PALM.

La CeT come "madre" dei tram di Milano? LOOOOOOL
I tram a trazione ippica andavano sostituiti, e in fretta, per stare al passo dei tempi: a Berlino c’erano già i tram elettrici e noi dipendevamo ancora dalla forza equina. Così nell’inverno del 1899 intorno a via Messina, in corrispondenza dell’attuale civico 9, nacque la Fabbrica del vapore.
STI CAVOLI.
La prima tranvia elettrica di Berlino è del 1881, mentre la prima tranvia elettrica di Milano, tra piazza Duomo e Parco Sempione, è del 1893 e le Edison vennero costruite da "mezzo" mondo industriale di allora tranne la CeT.
Come poteva la CeT produrre dei mezzi quando non era ancora stata nemmeno costruita? : Chessygrin : : Chessygrin : : Chessygrin : : Chessygrin : : Chessygrin :
delle più innovative motrici meccaniche a vapore o ad elettricità.
Ma certtoooo... infatti sono conosciutissime le locomotive a vapore prodotte dalla CeT. Ce ne sono cosi tante che trovarne una è praticamente impossibile.
Fabbrica del Vapore
Nome inventato da quelli che hanno violentato la CeT per farne l'attuale fiera dell'"arte moderna"...
Quasi un posto insolito per una fabbrica, anche in quei tempi,
INSOLITO?
Fate vedere una cartina anni 10 alla giornalista... potrebbe scoprire che la CeT è nata praticamente a fianco di quella che una volta era la linea diretta per la vecchia centrale di Milano ed era raccordata con la linea che portava all'ex scalo Sempione.
Veramente un postaccio....
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EPIC FAIL.
Le Leggi razziali fasciste sono state introdotte solo nel 1938...
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Re: Società Italiana Carminati e Toselli

Messaggio da alpsrailworks » 27/08/2011, 20:19

La seconda guerra mondiale ha fatto ordine a suon di bombe, una sorta di demolizione non programmata che ha lasciato ben poco del passato.
Si autocontraddice da sola poche righe dopo quando parla della Cattedrale e dei fregi del palazzo lungo viale Messina.
Nel 1926 a Milano ci sono 700 tram che viaggiano su 151 km di tramvia.
Descrive la CeT come la cornucopia dei tram di Milano per poi tralasciare completamente il 1927 con la costruzione dei 2 prototipi dei Peter Witt e la data fondamentale del 1928 con la consegna dei 1928....

Se avesse letto il testo del primo post non avrebbe scritto quel che ha scritto. : Chessygrin :
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Re: Società Italiana Carminati e Toselli

Messaggio da marchetti625 » 27/08/2011, 21:40

Come ho scritto,la storia della Carminati e anche alcuni aspetti della sua produzione,sono tutti da scoprire. infatti le vicende di quegli anni e l'atteggiamento che mi è stato riferito,della proprietà,non ha aiutato in nessun modo gli studiosi ha elaborare un analisi storica circostanziata di fatti ed eventi intercorsi. l'archivio storico dell Ditta sicuramente ancora esiste,forse disperso,tra collezioni private e archivi pubblici. Di particolare interesse secondo il mio modesto parere sarebbero gli intrecci politici ed economici intercorsi in quegli anni. Ho ben presente quanto scritto nella sua ultima opera dal grande Ing. Mascherpa (che mi onoro di aver conosciuto personalmente)a proposito della CEMSA...."Se tanto mi dà tanto....". : Wink : Comunque la Carminati produceva anche accessori d'armamento. Tempo permettendo domani sera vi posterò una cosa! : Chessygrin :

Alla prossima!

Massimiliano Marchetti RTVT

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Re: Società Italiana Carminati e Toselli

Messaggio da alpsrailworks » 28/08/2011, 10:54

Cartinona di Milano del 1914. (Attenzione pesa 2.5MB)
http://www.miol.it/stagniweb/mappe/mi1914.jpg

La CeT si trova in cima alla cartina sulla sinistra ed è quella serie di costruzioni sulla destra del cimitero monumentale tra via messina e piazza Cenisio.
La linea segnata sulla sinistra è quella che portava allo scalo Sempione.

Binari a Milano: gli esordi
http://www.miol.it/stagniweb/mi800.htm
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