Caro Rgs,mi sembra però che la tua considerazione è più "sentimentale" che tecnica ed oggettiva.
Naturalmente e sotto questo profilo, la condivido anche io.
Certamente la Carminati dovette "sgomitare"non poco per ritagliarsi un suo spazio commerciale in quegli anni dove il panorama ferroviario del nostro Paese era si vivace ma anche dominato da grandi e titolati produttori e piccole aziende,alcune,del tutto artigianali.
Tuttavia,non è di "sterminati uffici di progettazione" o di capitali necessariamente ingenti che si aveva bisogno in quegli anni,anni in cui mediamente il costo del lavoro era molto basso mentre alto era il costo di approvvigionamento di alcune materie prime e dove alcune lavorazioni industriali di semi-lavorati ,non erano nelle possibilità della nostra industria nazionale. Oltretutto il costo di impianto era minore di oggi sia nell'allestimento dell'area di lavoro sia nelle necessità di avere macchine utensili particolarmente complesse e quindi costose) Si produceva con poco(Pensa alla Tabanelli di Roma)
Caro Rgs,allora,come oggi la differenza la facevano le persone!
Vado Ligure (prima Westighouse,poi Tibb) e CEMSA ebbero Kalma'n Kando'! Il servizio Materiale e trazione dell FFSS Zara e Bianchi,tanto per fare qualche nome(Breda ed OM)fior di progettisti che seppero innovare! Le ditte come la Carminati non perseguivano la strada dell'innovazione se non incidentalmente e per dispositivi che innovavano più che altro allo scopo di aggirare i brevetti esteri che dilagavano. Citami non un dispositivo innovato ma il progetto di un rotabile innovativo o come cassa o come carrelli realizzato da Carminati.!
I rotabili delle nostre ferrovie secondarie nel complesso considerate,avevano casse a struttura tradizionale oppure derivavano da progetti esteri come possiamo dire delle "Peter Witt" che erano casse autoportanti, quindi ,trave tubolare già ampiamente sperimentata in America fin dagli anni '10. Bisognerà attendere la fine degli anni trenta per vedere,prodotta dalla Breda,una cassa interamente in alluminio a struttura reticolare...
I carrelli, poi, erano Diamond,Brill (onnipresente) Commowelth come ceppi principali...da qui le varianti e i perfezionamenti.
Ecco su questo,come scritto sopra,si concentrò lo sforzo di queste Ditte.
Era giusto così perchè i committenti volevano prodotti affidabili,rispondenti alle esigenze particolari imposte dal servizio e sopratutto economici, sia nell'acquisto che nella gestione della manutenzione.
Nel Dopoguerra,molte cose cambiano( Penso alla trasmissione del moto negli elettrotreni di prima fornitura della Circumvesuviana,derivati dal Pendolino).
Insomma,la Carminati faceva la sua parte innovando la componentistica della meccanica. Ritorno ai famosi carrelli delle San Marino con le fiancate irrobustite per contrastare i moti della trave oscillante attututi ulteriormente da ammortizzatori trasversali che assolvevano alla funzione degli smorzatori antiserpeggio applicati ai locomotori odierni.....
Un saluto
Massimiliano Marchetti RTVT